Titolo: L'abbandono
Editore: La Nave di Teseo, pp 304
Dirittti di traduzione: r.vivian literary agency
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«Nei miei libri mi interessa vedere le radici dei rapporti
conflittuali tra le persone - spiega la scrittrice Valentina
Durante - . Negli ecosistemi famigliari queste radici si dispiegano in tutta la loro potenza
e complessità. Il legame di sangue inscindibile convive
con un legame sociale che si fonda sull'obbligo, nella famigli non c'è nessuna libera le dinamiche evolutive,
portare tutti i personaggi a una trasformazione, a uno
sviluppo dinamico dell'interiorità" - Corriere del Veneto, Francesca Visentin
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Esiste un modo, un farmaco, una terapia per liberarsi da un legame che, pur sciolto, continua a imprigionarci mentalmente? Se lo chiede Anna, trentotto anni, da poco separata dal marito e in panne con la sua attività di copywriter freelance. È tornata a vivere con il padre, un tempo insegnante di Lettere spietato e integerrimo e oggi pensionato ipocondriaco. Nella casa che l’ha vista bambina, presa dall’accudimento del genitore con le sue bizze e le sue manie e in affanno nel tentativo di rimettersi in pista con il lavoro, Anna finisce in un vortice di ricordi oppressivi sui quali si staglia la relazione tossica vissuta durante l’adolescenza con lui, Stefano: il fratello di intelligenza brillante ma dai comportamenti brutalmente narcisistici. Il peso di quel passato scomodo, tenuto a bada con fatica per ventitré lunghi anni, travolge tutto e tutti la sera in cui Anna decide di invitare Stefano a una cena di riconciliazione, dopo una lontananza che sembrava irrevocabile. Con una scrittura tesa e precisa, “L’abbandono” si immerge negli abissi più profondi e indicibili dell’animo umano scandagliando la complessità degli ambienti famigliari: ecosistemi spesso instabili dove si trovano a coesistere la spontaneità dell’amore, il richiamo del sangue e la vischiosità dell’obbligo.
“Valentina Durante scrive un romanzo ambizioso, con una lingua che tocca i nervi scoperti della nostra epoca, e personaggi – mai ammiccanti, ma vivi e potenti – che gremiscono le pagine della storia, narrata con mano ferma e sguardo sempre pieno di pietà e di bellezza. L’abbandono è un romanzo che finalmente fa ciò che si chiede a un romanzo: non consolare, non intrattenere, non mostrare, ma far scoprire al lettore una zona dell’animo umano ignota, nascosta, raccontandola con stupore e cura.” Demetrio Paolin
Per nitore, profondità di sguardo, potenza simbolica, rigore morale nella lingua, nessuno scrive come Valentina Durante.
L’abbandono è una storia che turba, narrata con estrema consapevolezza, cura per le proprie ossessioni, e nessun intento provocatorio: perché Valentina Durante non ha solo il coraggio di guardare dove gli altri non guardano, ma sa farlo con la naturalezza di un bimbo che, sul limitare del giardino di casa, infila la manina nuda nel buco buio di un muro a secco, dove si annidano i serpenti.
Nelle sue pagine, a una superficie dettagliata e scintillante corrisponde sempre una voragine: dal fondo qualcosa ci chiama, con lingua ancestrale; non possiamo sottrarci. Ne usciremo sconvolti, eppure grati. Sandro Campani- I passi nel bosco
Valentina Durante è una scrittrice rara, dotata di una voce magnetica e di un immaginario potente e cristallino.
L’abbandono, come tutti i suoi romanzi, riesce nel miracolo di scavare in profondità mantenendo la tensione sempre altissima. Un romanzo intenso capace di alternare la concretezza del mondo famigliare, segnato da un amore controverso e tragico, all’inafferrabilità delle proiezioni e delle immaginazioni, incastonate nel dualismo che fa di loro la condanna e l’assoluzione, la malattia e la cura. Giorgia Tribuiani- autrice di Blu e Padri
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